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DAD o Didattica in presenza?

Aggiornamento: 17 feb 2021


Numerose sono state le manifestazioni, gli scioperi e i sit-in che si sono svolti nella nostra provincia per questo motivo: tornare sì, ma in sicurezza.

Ma cosa pensano a riguardo gli studenti del nostro liceo “Leonardo da Vinci” di Terracina? Preferiscono la DAD (didattica a distanza), la DDI (didattica digitale integrata) o la didattica in presenza?

Ovviamente la nostra redazione se lo è chiesto e, pertanto, ha “intervistato” un piccolo campione di 20 studenti della nostra scuola.

Ecco le loro impressioni.


Però, prima, permettetemi che mi presenti: sono Beatrice Del Monte e frequento il terzo anno di liceo classico nel corso B del nostro Istituto; come altri circa 40 studenti, ho deciso di iscrivermi all’attività PCTO del giornalino scolastico online e mi farebbe molto piacere se leggeste il mio primo articolo!


  • Per circa il 65% degli studenti intervistati, il problema principale è la maggiore mole di lavoro da svolgere rispetto al normale carico di studio, spesso giustificata con l’ormai celebre frase enunciata da molti professori: “Tanto siete a casa, cosa avete da fare?”.

  • Un elemento stressante è costituito dal numero consistente di ore da dover passare davanti ai dispositivi elettronici, cosiddetti devices, non solo per seguire le lezioni, ma anche per svolgere i compiti per casa. Il 100% degli studenti crede, quindi, che quest’ultime siano sì elevate, ma necessarie per un buon apprendimento.

  • I lati positivi riscontrati nella DAD sono, invece, la maggior collaborazione con i gruppi classe, il potersi svegliare più tardi, l’acquisire più competenze informatiche, lo svolgere le lezioni a casa e, dunque, il poter godere di più comfort, quali l’uso di scrivanie più grandi e sedute più comode.

  • Altra problematica è, spesso, non poter usufruire di una pausa tra un’ora e l’altra, oppure di avere minor tempo rispetto a quello previsto dalle comunicazioni del Dirigente. Tuttavia, dall’indagine condotta è emerso che, per il 75% dei casi, i professori rispettano l’orario scolastico salvo qualche limitata eccezione e raramente capita che un insegnante non si colleghi senza preavviso.

  • Inoltre, gli studenti che sono impossibilitati all’utilizzo del PC e che quindi utilizzano tablet e smartphone sono più svantaggiati rispetto ai primi, sia per i diversi layout delle piattaforme utilizzate, sia per le funzioni ridotte di quest’ultime e per lo schermo più piccolo, che impediva di conseguenza una corretta visione delle lavagne digitali utilizzate dai professori.

  • Per circa il 50% degli intervistati la didattica a distanza ha creato disuguaglianze tra gli studenti più economicamente pronti e quelli meno, ma per il 100% la scuola è stata efficiente nel creare agevolazioni per ridurre questo divario.


Secondo gli studenti intervistati, l’apprendimento in DAD non può essere definito inefficace, uguale o migliore rispetto a quello in presenza, ma solamente diverso. Sicuramente, la didattica a distanza presenta, purtroppo, criticità come la maggiore facilità, essendo a casa, a distrarsi ed estraniarsi dalla lezione e che, quindi, l’apprendimento attivo venga meno; inoltre, sembrerebbe che, nelle lezioni da remoto, gli insegnanti riescano a portare avanti più celermente il programma didattico, poiché si hanno meno pause che si verificano in presenza, a causa di battute, interruzioni, ecc.., con la conseguenza, già rimarcata, però, che gli studenti si ritrovano a dover svolgere una mole maggiore di compiti a casa. Infine, è emerso che questo metodo non stimola gli alunni a porre domande spontanee ai docenti. La realtà è che, in DAD, agli studenti sono mancate di più il contatto diretto con i compagni e gli insegnanti e l’occasione di creare comunità con le Assemblee di Istituto.


Riassumendo, cosa suggeriscono gli studenti contattati del Liceo Leonarda Da Vinci di Terracina?


Dato il periodo storico, per garantire maggior sicurezza a tutti, sul piano della salute fisica, preferirebbero rimanere in DAD, anche sottoponendosi a un probabile rischio, perché, a lungo andare, questa metodologia didattica potrebbe creare, come effetto indesiderato, disturbi psicologici e di mancata socialità fra i giovani: quindi, per quanto riguarda il piano relazionale, amerebbero di gran lunga tornare in totale presenza.


Beatrice Del Monte


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